Snapchat: roba da ragazzini. In effetti è la prima cosa che ci viene in mente non appena qualcuno fa menzione al social network di Los Angeles. E invece, magari non tutti lo sanno, la situazione sta cambiando velocemente.
Da circa un annetto a questa parte negli Stati Uniti, infatti, la piattaforma social è impegnata in un’interessante campagna di riposizionamento: stavolta il target a cui rivolgersi è l’over 35, con il deliberato intento di rendere Snapchat un social network realmente mainstream e non più dedicato a quell’utente di nicchia che fino ad oggi corrispondeva al teenager della porta accanto. Non a caso l’azzeccatissimo claim della campagna recita “fun and awareness”, che in italiano possiamo tradurre con “divertimento e consapevolezza”, ossia quella dimensione propria dell’attuale giovane adulto occidentale, ormai maturo, ma sempre pronto a concedersi un momento di piacevole distensione.
Stando un po’ ai numeri, almeno negli USA, la campagna di retargeting sta funzionando alla grande: 6 su 10 utenti di età compresa tra i 16 e i 35 anni usano Snapchat e le stime si stanno progressivamente spostando in favore della fascia over 35, il vero obiettivo da raggiungere. Nel 2015 il social ha visto crescere la sua base utenti di età compresa tra i 25 e i 34 anni del 103%, gli over 35 sono aumentati dell’84%, con una velocità maggiore del 56% rispetto alla crescita annua degli utenti della fascia 18-24. Questi dati, desunti da comScore, addirittura ci dicono che oggi il 12% dei quasi 50 milioni di utenti Snapchat si collocano nella fascia d’età 35-54 anni.
Le cause di questa straordinaria crescita, secondo l’opinione di comScore, sono da ricercare nella volontà dei genitori di stare maggiormente a contatto con i propri figli, controllando live quello che accade durante la loro vita di tutti giorni quando sono lontani da casa o quando sono rintanati dentro le loro stanze. Eppure la spiegazione non sembra essere così semplice: Jeremy Liew, uno dei vari investitori in Snapchat, in un meeting dello scorso maggio tenutosi a Tampa, in Florida, osservava quanto il social stesse diventando fondamentale tra gli over 35 nell’ambito del team building. Certo un team building di tipo innovativo, e se vogliamo un po’ sui generis, ma comunque efficace: un attimo di pausa dalla monotonia e dallo stress del lavoro d’ufficio per concedersi un momento di divertimento fine a sé stesso e senza compromessi, ma con la maturità e la responsabilità propria di una persona adulta.
Altro fattore da annoverare è l’ormai vertiginoso aumento dell’accesso al web, e di conseguenza ai social, da dispositivi mobile. Stando a queste premesse, è lecito chiedersi il perché Snapchat dovrebbe continuare a rivolgersi ad un pubblico esclusivamente giovanile, quando in realtà la navigazione mobile ha democratizzato praticamente il mercato? Proprio per questo gli inserzionisti sono stati i primi a fare pressione sull’azienda americana affinché iniziasse a rivolgersi ad un pubblico più adulto e più capace economicamente parlando: gli adulti hanno redditi molto più elevati, è a loro che deve mirare buona parte delle strategie pubblicitarie ospitata sul social network, soprattutto se l’annuncio pubblicitario costituisce per Snapchat un pilastro su cui impostare la propria crescita aziendale. Ricordiamoci che al momento Snapchat, piattaforma ovviamente gratuita, in pratica non produce profitti non avendo ancora raggiunto nemmeno il break even.
Bene, negli USA nel 2015 le persone hanno speso circa 42 ore al mese navigando da mobile, con le persone di età compresa tra i 35 e i 44 che ne hanno trascorse ben 45-48. Una media impressionante, che non è sfuggita agli occhi dei vertici di Snapchat, i quali sembrano aver intercettato nel migliore dei modi le varie tendenze di cui abbiamo discusso, prontissimi a fare spazio alla nuova tipologia di utente e alle sue necessità.