Con una settimana di ritardo rispetto al lancio, avvenuto lunedì 10 ottobre, abbiamo deciso di fare il quadro della situazione in merito al nuovo strumento targato Facebook relativo alla gestione dei flussi di lavoro in azienda: Workplace.
Purtroppo per le nostre tasche però, la piattaforma potrà essere utilizzata, e questa è la notizia più significativa, dietro il corrispettivo di un pagamento. Almeno attualmente.
Ad annunciare l’arrivo di Workplace è stato lo stesso Zuckerberg, direttamente dal suo profilo: l’obiettivo dichiarato è quello di creare una connessione ancora più immediata tra tutte le figure professionali che operano all’interno di una realtà aziendale, rendendo più semplice l’espressione e la valutazione di idee da poter trasformare successivamente in decisioni condivise. Naturalmente ogni utente avrà a disposizione uno stream delle notizie che potrà ottimizzare e personalizzare secondo priorità ed interessi; saranno incluse chiamate audio e video, con il fine di abbattere qualsiasi tipo di distanza, nel senso letterale e non della parola; potranno essere creati gruppi di discussione tematici, proprio come avviene su Facebook.
Inoltre - ed ecco che arrivano le novità – Workplace permetterà la creazione di gruppi multi-aziendali, che garantiranno a dipendenti di aziende diverse di poter cooperare tra loro, condividendo materiali e strumenti. Da segnalare anche la possibilità di traduzione automatica dei contenuti, la visualizzazione e l’analisi dei trending post, l’applicazione di filtri di ricerca per l’ottimizzazione dei risultati.
Dicevamo che Workplace sarà disponibile a pagamento, infatti il sistema si fonda sulla sottoscrizione di un abbonamento mensile per ogni utente attivo; le aziende invece corrisponderanno alla società di Menlo Park un pagamento equivalente al volume di utilizzo effettivo della piattaforma, ciò significa che più utenti attivi avrà un’azienda su Workplace, minore sarà il corrispettivo da versare per ognuno di essi.
Il servizio è già disponibile dappertutto, con la sola esclusione dell’Antartide: non a caso la beta contava già più di un migliaio di imprese che hanno impiegato con soddisfazione lo strumento e sono già più di 100 mila i gruppi completamente attivi.
Stando alle parole pronunciate dai vertici di Facebook si è intuito che il reale obiettivo fosse quello di dar vita ad una piattaforma totalmente autonoma e non correlata all’idea di intrattenimento e svago che contraddistinguono il social per eccellenza. Con Workplace si intende rispondere ad esigenze differenti, desunte da uno studio pubblicato sul Pew Research Center, secondo cui il 20% degli utenti che usa Facebook durante gli orari di lavoro, lo fa per la ricerca di informazioni utili alla propria causa professionale; il 17% lo utilizza per stringere un legame più forte con i propri colleghi; un altro 17% impiega Facebook come rapido strumento per comunicare con i colleghi; il 12% per proporre quesiti di tipo lavorativo a soggetti esterni alla realtà aziendale e un altro 12% usa Facebook per inviare messaggi al vicino di scrivania. Proprio come spesso capita anche a noi qui in Zero.
La piattaforma «colma un gap cruciale nel mercato per chi non lavora in ufficio o alla scrivania. Si tratta di lavoratori del commercio al dettaglio, equipaggi delle navi, baristi, i quali non avevano accesso agli strumenti di lavoro tradizionali». Noi staremo a vedere come si evolverà la situazione in un mercato già altamente competitivo, dominato dalle presenze abbastanza ingombranti di LinkedIn, da poco acquisita da mamma Microsoft, e di Slack, che rappresenta assolutamente il fenomeno del momento per la comunicazione all’interno delle aziende.
Informazioni aggiuntive
- Fonte: Pew Research Center
- Link: Social Media and the Workplace