Lo scorso 29 agosto, il visionario fondatore di Facebook – Mark Zuckerberg – ha incontrato gli studenti della LUISS di Roma, catalizzando a sé tutta l’attenzione dei media e degli addetti ai lavori. Ai numerosi studenti italiani che hanno presenziato all’incontro, il numero 1 dei Social Network ha rivelato in anteprima che donerà 500 mila euro in pubblicità alla Croce Rossa.
Nella Q&A con gli studenti, qualcuno gli ha anche chiesto quale fosse stata la sua personale ricetta per il successo. Mark ha risposto affermando: “Il segreto del successo sono le persone di cui ti circondi. Avere idee che lascino un segno nel mondo. Costruire imprese fondate sull’apprendimento continuo”. Ma lo Zuckerberg pensiero è anche quello di “Imparare costantemente, anche dagli insuccessi, che non devono condizionare: verremo ricordati per le cose che facciamo, non per gli insuccessi”.
In oltre un’ora di botta e risposta, Zuckerberg si è divertito a raccontare anche alcuni aspetti della sua vita personale, parlando - con voce commossa - della figlia e della sua passione per Pokemon Go, il fenomeno virtuale del momento. Dopo essersi dichiarato vicino ai territori colpiti dal terremoto, Zuckerberg è entrato nel vivo del dibattito soffermandosi sul ruolo di Facebook nel mondo dell’industria della comunicazione, dichiarando apertamente che la piattaforma social da lui creata non può essere considerata la responsabile della fase recessiva che ha incontrato il mondo dell’informazione giornalistica. Del resto, per usare le parole dello stesso Zuckerberg, Facebook è “una società di tecnologia, non una media company. Non produciamo e non modifichiamo contenuti. Mettiamo a disposizione gli strumenti per connettervi”. Di conseguenza il ruolo dei social network, Facebook in particolare, deve essere inquadrato in una visione d’insieme più larga, in cui i social sono chiamati ad integrare l’attività propria degli strumenti d’informazione tradizionale, proponendo un maggiore stimolo alla condivisione di idee ed opinioni, all’interno di una cornice in cui entrambi gli strumenti possano coesistere sullo stesso piano.
Inoltre, durante il botta e risposta, è stato posto l’accento sul valore delle relazioni e delle interazioni interpersonali, alle quali Facebook non ha mai avuto e non avrà mai la presunzione di sostituirsi: “Io non parlo con mia moglie via Facebook”, ha precisato scherzando l’imprenditore statunitense. Piuttosto Facebook, con i suoi 1,7 miliardi di iscritti, è uno strumento utilissimo per mantenere le interazioni con le persone con le quali la reale interazione non è possibile o è complicata: in media quasi ogni iscritto alla piattaforma ha più di 50 amici provenienti da un paese differente dal proprio paese d’origine.
Infine, al termine della discussione con i ragazzi della LUISS, il genio trentaduenne si è soffermato a lodare la cultura delle PMI italiane, che hanno ormai pienamente recepito quelli che sono i reali vantaggi della digitalizzazione dei processi imprenditoriali, dal positivo impatto delle strategie di comunicazione adeguate all’apertura di nuovi mercati, grazie alle potenzialità della rete in grado di annullare qualsiasi tipo di distanza.